Il presidente di ASAJA Alicante, José Vicente Andreu, ha chiesto che il Ministero dell’Agricoltura regionale abbandoni la strategia di abbattere i mandorli sani per affrontare la piaga della Xylella fastidiosa che la provincia sta soffrendo dal 2017. Lo ha fatto all’apertura del Xylella Forum, organizzato dal progetto Biovexo all’Hotel Maya di Alicante, dove esperti della ricerca pubblica e privata si sono riuniti per analizzare soluzioni per questa piaga che si sta diffondendo tra gli ulivi e i mandorli in Spagna, Italia, Portogallo e Francia.
Alla prima conferenza stampa della giornata, il responsabile tecnico di ASAJA per il progetto Biovexo, Manuel Lucena, ha spiegato che «la diffusione della Xylella è aumentata rapidamente nell’Europa meridionale, devastando campi di olivi e mandorli senza che ci sia una soluzione per contenere il parassita». Una situazione che «mette a rischio la sostenibilità economica e socio-culturale dell’Europa». «Alla Biovexo stiamo ricercando biopesticidi ad alte prestazioni che combattono i batteri e il vettore», ha spiegato lo specialista dell’organizzazione agricola.
Il presidente di ASAJA Alicante nel suo discorso ha accusato la Generalitat di aver «limitato» la ricerca e la sperimentazione scientifica e di non contemplare il passaggio dall’eradicazione al contenimento dopo cinque anni di distruzione della zona. Tuttavia, Andreu ha celebrato all’apertura «che cinque anni dopo possiamo finalmente discutere altre soluzioni e discutere della Xylella dal punto di vista della ricerca, della salute delle piante, della scienza e delle soluzioni fitosanitarie». Il leader agricolo ha criticato duramente le azioni del ministero regionale dell’agricoltura di Alicante. «L’azione è stata, a dir poco, sleale nei confronti degli agricoltori colpiti. Una gestione basata sull’opacità, sulla mancanza di empatia e sull’assenza di informazioni. Una gestione che ha distrutto 177.000 mandorli e ha spazzato via i mandorli non irrigati in tre regioni del nord di Alicante», ha continuato.
La strategia di sradicamento e schiacciamento di tutti gli alberi nel raggio di 50 metri dall’esemplare colpito, che il Ministero regionale dell’Agricoltura ha mantenuto negli ultimi cinque anni, ha dimostrato che «la cura è peggiore della malattia», secondo Andreu. Ha causato «danni irreparabili all’ambiente, al paesaggio, al turismo, all’economia locale e ha favorito lo spopolamento», il che la rende «una strategia fallimentare» secondo il leader agrario.
Andreu ha concluso il suo discorso denunciando il «retroterra economico» di questa strategia. «Uno dei motivi per cui il Ministero regionale non ha preso la decisione di passare al contenimento», la misura che permette di conservare gli esemplari colpiti per lo studio, «è che l’UE fornisce fondi per il piano di eradicazione e non per il piano di contenimento, che deve essere assunto con risorse proprie dell’amministrazione regionale», ha sottolineato il presidente di ASAJA Alicante.