Il 5 settembre è stata pubblicata la sentenza della Corte di giustizia dell’UE in cui si afferma che l‘Italia ha violato l’obbligo di adottare misure per prevenire la diffusione della Xylella fastidiosa nella regione Puglia (Italia meridionale).
In particolare, non ha rispettato due degli obblighi stabiliti nelle decisioni di Bruxelles, nel 2016, in merito alle misure di contenimento da adottare contro i batteri in quel paese:
- L’abbattimento immediato delle piante infette situate in una striscia, all’interno dell’area infetta, larga 20 chilometri sul bordo esterno di quell’area.
- L’Italia non ha garantito, nella zona di contenimento, la sorveglianza della presenza di Xylella fastidiosa attraverso ispezioni annuali nei periodi appropriati dell’anno, che consentono l’eliminazione tempestiva delle piante infette.
La Commissione ha voluto dichiarare una violazione persistente e generale dell’Italia: l’obbligo di prevenire la diffusione della malattia. Ma, in questo caso, i giudici hanno respinto la richiesta di Bruxelles perché ciò significherebbe che le autorità italiane non avrebbero adempiuto ai loro obblighi al di fuori della zona di contenimento.